Tunisia : Djerba la douce
La prima volta che ho visitato Djerba era il 1983; ai quei tempi si stava aprendo al turismo, le strutture erano ancora poche, gli abitanti dell’isola non avevano ancora familiarità con i turisti ed i servizi erano ancora scarsi e spesso improvvisati o di stampo talmente internazionale da non farti assaporare le enormi potenzialità che la terra ed i suoi prodotti, le persone e la loro cultura avrebbero di lì a breve messo a disposizione dei viaggiatori che, con voglia di scoprire, si sarebbero rapportati a questa isola affascinante.
Djerba è la più grande isola del Nordafrica, situata nel Golfo di Gabès di fronte alle coste della Tunisia, con un clima temperato che fa sì che il suo suolo sia ben coltivato. Grandi piantagioni di ulivi, albicocchi, fichi, limoni, mandarini, uva, arance e melograni ne caratterizzano infatti i suoi paesaggi, alternati alle abitazioni (menzel) di un bianco abbagliante con gli infissi azzurri che sembrano gioielli preziosi adagiati su tappeti erbosi di un verde brillante; subito dopo, improvvisamente, dune di sabbia dorata e finissima
e grandi palme da dattero si spingono fino al mare… un mare meraviglioso, cristallino ed invitante.
In questa isola le radici della cultura berbera sono vivissime, in alcune zone la lingua berbera è ancora la prima utilizzata, e le tradizionali giostre dei cavalieri berberi (chiamati imazighen = uomini liberi) sono spettacoli imperdibili per chi deciderà di uscire dai villaggi turistici alla scoperta dei piccoli paesi vicini, con i tipici localini dove consumare un profumatissimo the alla menta, i mercati coloratissimi e profumati di spezie ed i ristorantini all’aperto dove assaporare piatti tipici della cultura tunisina, nei quali il pesce e la carne si mescolano golosamente al couscous ed alle verdure, oppure consumare più velocemente un brik, pasta sfoglia sottilissima farcita di uova, formaggio e verdura e poi fritta.
In questa occasione, infatti, non di rado capita di imbattersi in feste con danze e spettacoli tipici, quali la danza delle anfore (solitamente eseguita da uomini, durante la quale andranno a formare sulla propria testa una altissima pila di anfore, aggiungendole una ad una), la più famosa danza del ventre alla quale si viene di sovente invitati a partecipare ed appunto le giostre dei cavalieri berberi, nei loro costumi colorati in sella a bellissimi cavalli, al galoppo dei quali si esibiranno in pericolose ed inaspettate acrobazie.
Sarà uno spettacolo indimenticabile, che resterà nel ricordo e nel cuore di tutti, contribuendo al nascere del famoso mal d’Africa.
Djerba, inoltre, è stata una delle prime località turistiche ad offrire quelle che in breve tempo sono diventate rinomate Spa, con servizi di massaggi e thalassoterapia, ovvero l’utilizzo dell’acqua di mare a scopi terapeutici ed estetici. La talassoterapia infatti non ha soltanto scopi clinici (aiuta a curare e prevenire problemi respiratori e malattie della pelle e rafforza le difese immunitarie), ma è un vero trattamento di bellezza e le spa si integrano perfettamente negli ambienti lussuosi dei grandi alberghi e nell’intimità dei resort più familiari.
E poi, come ho detto, c’è il mare… Spiagge bianche meravigliose, acque turchesi limpidissime ed invoglianti, fondali che degradano dolcemente; così cristallino da non avere nulla da invidiare alle più lontane spiagge caraibiche, da vivere nel più assoluto relax ascoltandone il lento movimento nella penombra di una palma e con lunghi bagni distensivi nel più assoluto silenzio oppure, spostandosi poco più in là, in modo più dinamico e divertente attraverso i giochi d’acqua e le attività sportive che gli animatori dei villaggi, in modo mai invadente, organizzano per coloro che vogliono caratterizzare le proprie giornate con il movimento e lo sport.
Anche nell’Odissea, addirittura, si racconta di Djerba (Lotophagitis è il nome con cui l’isola era conosciuta nell’antichità); Djerba è l’isola dove Ulisse e i suoi compagni incontrano il popolo dei Lotofagi. Alcuni tra i compagni di Ulisse, imitando gli abitanti del luogo, si cibarono del fiore di loto perdendo il ricordo della loro vita passata e vedendo sfumare via ansie e preoccupazioni, così da non volersene più andare da questa “isola dell’oblio”.
Ora viene invece definita “la douce”, la dolce, per il dolce profumo del gelsomino, che spesso i bambini offrono in piccoli mazzetti e che diventa il profumo protagonista della vacanza, e soprattutto per il clima sempre mite ed accogliente, tanto da farne la meta costante di tanti turisti che, anno dopo anno, confermano il proprio amore verso questa terra, sempre più spesso arrivando anche a trasferirvisi stabilmente.
foto dall’isola di Djerba e dintorni