Portogallo: i caldi colori di Lisbona.
Ho iniziato a desiderare di visitare Lisbona dopo aver visto, tanti anni fa, un film di Wim Wenders intitolato “Lisbon Story”… un film molto sopra le righe di questo regista, una sorta di documentario in cui quasi le immagini sorreggono una incredibilmente bella colonna sonora dei Madredeus, che già avevo avuto modo di apprezzare anche dal vivo, oppure viceversa… o meglio ancora, musiche ed immagini sono complementari tra loro.
Ero rimasta incantata dalle immagini registrate dal tram, sul quale il protagonista si muoveva alla ricerca dei suoni della città… ed è proprio così che ho visitato Lisbona.
Lisbona è la capitale del Portogallo con circa 550.000 abitanti, mentre l’area metropolitana ha più di 3 milioni di abitanti, pari a circa un terzo dell’intera popolazione portoghese. Terra di fascino e storia, gli abitanti che la compongono sono l’eredità dei tanti marinai che hanno solcato i mari portoghesi. Città madre del Fado, con una architettura storica di stile spagnolo, barocco ed arabo ereditato dai molti popoli che hanno dato vigore a dei veri e propri splendori di Lisbona che attirano turisti da tutta Europa.
Nel 700 la città fu conquistata dai Mori, che le cambiarono nome in al-ʾIšbūnah; sotto la loro dominazione la città fiorì. I mori erano popolazioni provenienti dal nord-Africa e dal medio-oriente, in prevalenza arabi e berberi dell’Atlante (catena montuosa divisa tra Marocco, Algeria e Tunisia) e durante il loro dominio costruirono nuove abitazioni e molte moschee, oltre ad una nuova cinta muraria. La popolazione divenne estremamente eterogenea, comprendendo cristiani, berberi, arabi ed ebrei. L’arabo fu imposto come lingua ufficiale; la religione ufficiale divenne l’islamismo, ma ai cristiani e agli ebrei fu concesso di mantenere la loro religione.
L’influenza araba è ancora visibile nelle strade di Lisbona ed in particolare nel quartiere dell’Alfama, il più antico di Lisbona e l’unico che rimase in piedi dopo il terribile terremoto del 1755.
Alle 9,40 circa della mattina del 1º novembre 1755, quando molte persone erano intente ad assistere alla messa, si verificò una scossa di terremoto di magnitudo stimata attorno al 9º grado della scala Richter ed epicento in mare a circa 200 km al largo. La scossa di terremoto provocò il crollo di molti edifici e numerosi incendi che si propagarono per la città a macchia d’olio; i sopravvissuti, per sfuggire al fuoco, si radunarono nella Baixa, vicino al fiume. Circa 40 minuti dopo uno tsunami, generato dalla stessa scossa, colpì Lisbona distruggendo tutta la parte bassa della città.
Secondo le stime ufficiali ci furono tra 30.000 e 40.000 morti e fu distrutto circa l’85% della città.
Lisbona entra nel cuore. Perché la capitale storica del Portogallo è sempre stata considerata dai suoi cittadini, dai visitatori e dagli artisti la Città della Luce, o per meglio dire, delle luci. Un susseguirsi di colori, dal mare alle case, dalle persone ai famosi azulejos, un susseguirsi di emozioni, dalla gioia alla malinconia, che si spiega solo con la varietà degli elementi naturali e umani che qui convivono.
Azulejo, dall’arabo al zuleiq, significa piccola pietra levigata.
La tecnica dell’azulejo consiste nel dipingere a mano su piastrelle d’argilla, seccate all’aria per 45 giorni e cotte una prima volta a 1000°. Una volta steso il colore si procede ad un secondo passaggio in forno che completa la smaltatura. Fu messa a punto nel ‘500, ma conobbe la sua massima espressione alla fine del ‘600 e in tutto il ‘700. All’inizio impiegati per decori di chiese e cappelle, con temi a sfondo sacro, in seguito gli azulejos vennero usati per scopi più “laici”, ornando facciate e interni di palazzi, case, targhe delle vie.
Avevo accennato al tram… se volete scoprire tutti gli angoli e le viuzze di Lisbona senza stancarvi a camminare su e giù per le sette colline, ecco un consiglio: prendete il tram 28, che vi porterà fino ai luoghi più interessanti del patrimonio di Lisbona.
Partendo da Martim Moniz, il 28 si dirige verso il quartiere Graça in direzione del Monastero di São Vicente de Fora, il quale merita una visita data la sua imponenza. Dietro il monastero si trova Campo de Santa Clara, dove ogni martedì e sabato si svolge il mercato delle pulci, la “Feira da Ladra”, dove si può trovare davvero di tutto in mezzo al vociare delle tantissime persone che lo frequentano.
Il tram prosegue poi verso il quartiere dell’Alfama, attraversando alcune delle vie e piazze più pittoresche della zona medievale di Lisbona, come Rua das Escolas Gerais, Largo das Portas do Sol, con un interessante belvedere sul fiume, e più in alto il Castello di San Giorgio. Riscendendo verso Baixa, il 28 passa di fianco alla Cattedrale di Lisbona, dall’austera facciata in stile romanico e alla Chiesa di Santo Antonio, il santo prediletto della città. Continuando il percorso verso l’affollata Rua da Conceição, vale la pena scendere per scoprire la Baixa Pombalina, quartiere progettato del Marchese di Pombal dopo il citato terremoto.
Il tram risale poi l’elegante collina di Chiado e si ferma quasi di fronte al famoso caffè A Brasileira, dove campeggia la statua dell’amatissimo poeta Fernando Pessoa. Lungo tutto il percorso vale la pena fare attenzione all’architettura degli edifici, agli azulejos che rivestono le facciate e ai fregi in Art Nouveau.
Sulla strada della Basilica di Estrela, il bell’edificio dell’Assembleia da República (Parlamento), antico convento di San Benedetto, in cima alla sua alta scalinata.
Una tappa imperdibile per i visitatori amanti, come me, dell’aspetto gastronomico dei luoghi è senz’altro la famosa ed antichissima Antigua Confeitaria de Belém situata nell’omonimo quartiere, a pochi metri dal Mosteiro dos Jeronimos. È una pasticceria storica, nota in tutto il Portogallo per avere inventato la ricetta dei pastéis de nata (altrimenti chiamati pastéis de Belém se prodotti da questa pasticceria). Sono dei canestrelli di pasta sfoglia riempiti di crema cotta al forno, dal sapore unico, ricco e indimenticabile. La pasticceria sforna in continuazione i pastéis, così è sempre possibile gustarli tiepidi. Il locale è rimasto immutato nel tempo e conserva moltissimi azulejos che i visitatori possono osservare seduti nelle sale interne, magari sorseggiando un bicchiere di vinho verde…
Resterete anche voi incantati dai magici e caldi colori di Lisbona: il famoso poeta Fernando Pessoa ha scritto: “Non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona sotto il sole”…
Manuela Lamanu Manzotti
Grazie Valentina per il Tuo apprezzamento, e perdona il ritardo con cui riscontro il messaggio. Ti consiglio in modo appassionato di visitare Lisbona, resta nei ricordi e nel cuore!
Lamanu
…leggere questo articolo mi ha fatto appassionare, e mi ha messo addosso la voglia di partire subito!!!