Arcipelago delle Tuamotu – Isola di Fakarava: i colori di Gauguin.
Il nome “Polinesia” venne coniato nel 1756 dal linguista francese Charles de Brosses, Conte di Tournay; deriva dal greco antico e significa “tante isole”.
La Polinesia Francese, infatti, è un paradiso composto dal ben 118 isole di origine vulcanica o corallina, distribuite in cinque arcipelaghi.
Tra questi vi è quello di Tuamotu – il più esteso e dall’originale forma rettangolare – chiamato anche “arcipelago basso” perché le sue isole affiorano solo di pochi metri sulla superficie del mare.
Il viaggio per raggiungere l’Isola di Fakarava è davvero spossante, sono infatti necessarie 24 ore di volo e una tappa intermedia a Tahiti è d’obbligo per riposare e metabolizzare il fuso orario di 11 ore.
Si dice che le cose importanti meritino sacrificio e in effetti Fakarava è uno degli atolli più incredibili al mondo: spiagge rosate adorne di palme, una laguna incontaminata che custodisce giardini sommersi di ineguagliabile bellezza, tant’è che l’isola fa parte di una biosfera classificata dall’UNESCO per la rarità della flora e della fauna.
Affacciatasi solo di recente nel panorama turistico internazionale, Fakarava conserva un fascino esotico da “nuova frontiera”; è un luogo di pace dove il silenzio è interrotto solo dal frusciare delle foglie agitate dal vento e dal rumore delle onde che sfumano sulla costa, dove la vivacità dei colori evoca i capolavori che Gauguin realizzò durante la sua permanenza in Polinesia stimolato dai lussureggianti paesaggi tropicali e dalla luce decisa e intensa.
Qui la popolazione – 700 in tutto i residenti – veste ancora con i fiori tra i capelli ed è estremamente ospitale e genuina perché non “assuefatta” al turismo di massa; è raccolta essenzialmente nei due villaggi di Rotoava e Tetamanu (quest’ultimo è particolarmente suggestivo e vi consigliamo di non perdere la visita alla chiesa di corallo, la più antica chiesa cattolica delle Polinesia Francese).
Sin dal primo momento ci ha colpito la spontaneità, la naturalezza e la familiarità con cui siamo stati accolti dai gestori del Resort nel quale abbiamo alloggiato, anche dai piccoli gesti si percepiva infatti la felicità e l’appagamento di avere degli ospiti.
La struttura comprende diversi bungalow semplici ma al tempo stesso ricercati, costruiti in legno locale; il nostro, situato fronte mare, ci ha regalato momenti di assoluto relax… la sera al rientro dalle immersioni sorseggiare aromatici drinks tropicali godendosi la festa di colori che si diffonde al momento del tramonto è un’emozione davvero indescrivibile.
Durante la nostra permanenza a Fakarava abbiamo contemplato tanti tramonti, ognuno diverso e ognuno da togliere il fiato… il tramonto polinesiano ci rammenta di essere ancora capaci di stupirci delle meraviglie del nostro universo, un bellezza che si replica ogni giorno e che racchiude in se un che di sacro, è un momento durante il quale il giorno saluta il calore e l’energia della luce e da il benvenuto alle stelle.
Me le meraviglie non sono finite e quello che ci attende sotto il pelo dell’acqua ha dell’incredibile!
A condurci alla scoperta del più grande acquario del pianeta sono Serge e Corinna, una simpatica coppia di svizzeri che hanno scelto di abbandonare le gelide Alpi e trasferirsi a Fakavara per dedicarsi con passione alle immersioni subacquee e alla gestione del Fakarava Diving Center.
Con la sua ampia e profonda laguna – 1112 km² – collegata all’Oceano per mezzo di due canali (il principale dei quali è conosciuto come Passe Garuae) l’isola di Fakarava consente l’accesso a immersioni spettacolari.
Grazie alla temperatura dell’acqua, fra 26 e 29 °C, e l’eccezionale trasparenza che consente una visibilità fra 30 e 40 metri, l’attività subacquea in Polinesia è un’esperienza indimenticabile.
Gli incontri sottomarini ci hanno lasciato incantati, non avremmo mai voluto risalire per continuare a riempirci gli occhi di quello che ancora oggi ricordiamo come il mare più bello del mondo!
Tra canyon ricoperti di corallo è possibile ammirare una varietà di forme di vita senza eguali: razze e delfini, cernie e barracuda, pesci martello, carangidi arcobaleno, tartarughe, pesci napoleone e murene.
Le immersioni a Fakarava sono inoltre famose tra i sub per la presenza di un carosello continuo di squali grigi.
Questi esemplari hanno sfilato uno dietro l’altro accanto a noi, incuriositi dalla nostra presenza e quasi a volerci dare il benvenuto; il loro incedere sicuro e la loro maestosità suscita in noi un timore quasi referenziale.
In fin dei conti si tratta sempre di temibili predatori marini potenzialmente pericolosi per l’uomo, ma c’è da considerare che – dalla letteratura alla cinematografia – su di essi sono stati costruiti tanti forse troppi pregiudizi e chi ha davvero bisogno di essere protetto è lo squalo dall’uomo e non viceversa.
Continuiamo quindi la nostra esplorazione convinti che queste creature percepiscano lo stato d’animo di chi sta loro di fronte e avvertano che noi non proviamo paura, ma al contrario una totale adorazione.
Tra le altre specie di squali che abbiamo avuto il privilegio di incontrare vale sicuramente la pena raccontarvi dello squalo dalle punte argentee (Carcharhinus albimarginatus): si tratta di una grossa e robusta specie di squalo che assomiglia allo squalo pinne grigie; questo maestoso e tenebroso animale sfila nell’acqua blu cobalto regalandoci uno spettacolo emozionante e altamente adrenalinico; nuota placidamente noncurante della nostra presenza, ma solo impegnato nella caccia a qualche pesce… un incontro davvero memorabile.
Il viaggio a Fakarava ci ha fatto apprezzare (e anche acquistare!) alcuni eccellenti prodotti locali; un tempo questi atolli erano celebri per la pesca alle ostriche da perle che, ormai divenute rare, hanno lasciato il posto alla coltivazione di perle artificiali.
Mia moglie Manuela si è subito innamorata degli splendidi esemplari di perle nere che è possibile acquistare nelle ferme perlière presenti sull’isola; qui la vendita “dal produttore al consumatore” consente di scegliere la perla e montarla poi secondo il proprio gusto.
Anche per un inesperto in gioielli come me è impossibile non cogliere la luminosità di queste perle che emanano un senso di esotismo, sensualità ed eleganza senza tempo.
Hanno colorazioni iridescenti che virano dal pavone, al grigio-blu e al verde; una varietà di madreperla unica al mondo, tanto delicata da aver bisogno di un ambiente lagunare incontaminato per svilupparsi.
La Polinesia lontana come una chimera, leggendaria come i racconti dei navigatori, indimenticabile come un sogno ad occhi aperti e dolce come il profumo di fiori di tiarè che impregna l’aria ci ha lasciato un ricordo indelebile…. È una meraviglia che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.
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Per approfondire…guide turistiche e libri
Tahiti e la Polinesia francese (Guide EDT/Lonely Planet)
Miti e fiabe di Tahiti e della Polinesia, di L. Bersezio (Parola di fiaba)
Paul Gauguin. Artista di mito e di sogno, di S. F. Eisenman
(Arte moderna. Cataloghi)