Visitare Istanbul a caccia di emozioni!
Ci sono occasioni nelle quali le parole non riescono a descrivere o ricreare in modo efficace le emozioni provocate dalla visione di panorami fantastici, da profumi esotici, gusti insoliti, ambientazioni fiabesche… questo è quello che mi accade ogni volta che si tratta di Medio Oriente, ed in particolare quando si tratta di Turchia, nazione che mi ha stregata senza possibilità di spezzare il sortilegio… Per una volta, da quando scrivo con passione per questo blog, vorrei provare ad affidarmi più alle immagini che alle parole per trasmettere le emozioni che possono derivare dalla visita della città di Istanbul fuori dai soliti circuiti… o meglio “oltre” i soliti circuiti, perché le meraviglie ricomprese negli itinerari turistici sono realmente impedibili ma, per quanto mi riguarda, non sufficienti per percepire la forte vitalità e la straordinaria poliedricità di questa meta da sogno che mi auguro tutti, una volta nella vita, possano visitare.
Giusto due parole per introdurre Istanbul: si tratta di una megalopoli situata nel nord-ovest della Turchia che si estende lungo lo stretto del Bosforo, alla cui estremità meridionale si situa il porto naturale del Corno d’Oro, e lungo la sponda settentrionale del il Mar di Marmara. La città, divisa dal Bosforo, si estende sia in Europa che in Asia (Anatolia), risultando l’unica metropoli al mondo appartenente a due continenti.
Nel 2010 Istanbul è stata una delle capitali europee della cultura. Sin dal 1985 le aree storiche di Istanbul fanno parte della lista Unisco dei patrimoni dell’umanità.
Ed ora… qualche immagine accompagnata da un consiglio di viaggio!
Ammirare il tramonto dal ponte di Galata, magari consumando un pasto economico ma ricco e caratteristico in uno dei tantissimi locali situati sotto il ponte, che offrono prodotti freschissimi di giornata preparati secondo la più tradizionale cucina turca.
Il ponte Galata congiunge la parte antica della città con quella moderna, a cavallo del Corno d’Oro; con pochi passi, guardando il mare, si passa da antiche atmosfere orientali al clima europeo, fatto di bistrot alla moda e palazzi ottocenteschi. Un magico salto culturale ed artistico.
Un semplice panino con il pesce, una zuppa di frutti di mare e una birra Efes si trasformeranno in un pasto prestigioso per celebrare un momento indimenticabile!
Contrattare e comprare qualcosa al Gran Bazar, lasciandosi affascinare dal turbinio di colori degli oggetti esposti, che si tratti di tessuti, calzature, spezie, lampade in vetro, ceramiche smaltate, ottoni brillanti ed ori preziosi. 4000 botteghe sparse in questo immenso complesso labiritinco, dotato di vie, piazzette, vicoli e fontane, un tempo in legno e poi ricostruito in pietra a seguito ai numerosi incendi che, nel tempo, l’hanno colpito. Si tratta del primo “grande magazzino” della storia, dove i caravanserragli consentivano alle carovane di scaricare direttamente al suo interno e ogni strada era, allora come oggi, dedicata da uno specifico settore merceologico.
Prendetevi tempo, sedetevi ed accettate the e pistacchi che vi verranno sicuramente offerti dai negozianti; la contrattazione non è prettamente un mezzo per arrivare ad un buon affare ma un tipo di comunicazione per fondersi nella cultura Medio Orientale!
Bere un Raki in uno dei tantissimi locali del quartiere di Beyoglu. Questo quartiere vi catapulta in Europa… lasciati alle spalle il canto dei muezzin e i profumi di spezie vi troverete in una realtà art nouveau di gusto ottocentesco.
Il Raki è una acquavite a base di mais o patate, oppure uva o prugne, aromatizzata con anice e menta, popolarissima popolare in Turchia dove è considerata la bevanda nazionale.
Il suo sapore è simile all’ouzo greco ma… evitate di dirlo ad un turco, che non accetterà il paragone per amor di stato! Ed in effetti non deve essere confuso con l’omonima grappa bianca greca che, invece, è un distillato puro di vinaccia. Il raki si degusta diluito con acqua e con l’aggiunta di cubetti di ghiaccio per accompagnare antipasti freddi e salati ma non è raro berlo a tutto pasto, come aperitivo o come digestivo.
Incantarsi di fronte ai dervisci rotanti. Una esperienza da provare assolutamente è quella di ammirare lo spettacolo dei dervisci rotanti, monaci musulmani che comunicano con la divinità attraverso la danza.
Durante le cerimonie i dervisci ruotano su se stessi in una danza ipnotica oscillando per periodi che variano da 10 minuti a mezz’ora sulla punta delle prime due dita del piede sinistro con un movimento a semi cerchio in due tempi: questa danza viene eseguita rivolgendo il palmo di una mano verso l’alto, a ricevere la parola di Dio e l’altro verso la terra per trasmetterla ai fedeli.
E’ possibile assistere alla cerimonia in veri tekke (conventi), o in locali pubblici dove il rito viene compiuto da persone comuni che, comunque, celebrano un rito religioso ed alle quali si dovrà portare estremo rispetto rimanendo in silenzio e mantenendo un comportamento adeguato alla cerimonia.
Rilassarsi nel Cagaloglu Hamami, un bagno turco vecchio di 300 anni!
Si tratta dell’hamam più famoso di Istanbul, inserito tra i “100 luoghi da visitare prima di morire” e ripreso anche in una scena di Indiana Jones. E’ a pochi passi dal Topkapi e quindi ottima conclusione di una lunga visita del museo. La sua gestione, nonostante l’importante afflusso di turisti, è ancora “purista” con zone separate per uomini e donne ed i suoi locali sono maestosi e ricchissimi di marmi. I frequentatori locali si rapportato con l’hammam con profondo rispetto in considerazione del fatto che la pulizia e cura del proprio corpo sono una pratica fondamentale dettata dal corano: il fedele che si accinge alla preghiera, prima di entrare in moschea, deve essersi accuratamente lavato e purificato. La coonsuetudine del bagno pubblico ha radici molto profonde ed anche in questo caso un comportamento rispettoso sarà estremamente apprezzato.
Ora posso solo augurarvi di recarvi al più presto ad Istanbul per rimanere vittime del mio stesso sortilegio!
Manuela Lamanu Manzotti