Un’ora di tempo libero a Firenze!
Sempre in affanno, col tempo contato, abituati ormai a vivere con tempi stretti… e così perdere un treno diventa angosciante e mette a rischio tutto l’andamento di una giornata.
Perdere un treno può invece essere un’ottima occasione per arricchirci… a volte può bastare un’ora vuota per scoprire o, ancora meglio, riscoprire bellezze architettoniche della nostra bella Italia, talmente ricca da renderci quasi ciechi davanti a tutte le meraviglie che ci offre.
A me è capitato recentemente a Firenze, nella Stazione di Santa Maria Novella… dopo la prima sensazione di inquietudine mi sono diretta verso la biglietteria e, volutamente, ho chiesto una partenza di lì a un’ora. Sapere di essere a due passi da autentici gioielli storici e non approfittarne mi è parso un atto folle!
Già la Stazione merita di essere “camminata” in tranquillità, senza fretta…
Firenze Santa Maria Novella (abbreviata in Firenze SMN) è la stazione centrale di Firenze ed è la quarta in Italia per flusso passeggeri dopo Roma Termini, Milano Centrale e Torino Porta Nuova.
Il fabbricato viaggiatori fu progettato all’inizio degli anni trenta da un team di architetti denominato “Gruppo Toscano”, ed è considerata uno dei capolavori del Razionalismo italiano. Collocata nel pieno centro di Firenze, conta oltre 59 milioni di passeggeri all’anno.
La stazione dispone di diciannove binari tutti tronchi: la numerazione parte da ovest e finisce a est. Nel corpo principale ci sono i binari dal 5 al 16; nell’ala ovest i binari 1A, 1, 2 e, leggermente più corti, i binari 3 e 4; all’estremità est sono stati attivati i nuovi binari 17 e 18.
Nel corpo principale, in corrispondenza della testa del binario 16, è presente un monumento alla memoria degli ebrei fiorentini deportati dai nazisti che proprio da quel binario partirono, a centinaria, verso il campo di concentramento di Auschwitz. Qui la pavimentazione è quella originale, con gli originali scoli ed i tombini di bronzo… non si resta indifferenti, ve lo assicuro, se si pensa di calpestare la stessa terra…
Un’occhiata al ristorante: articolato in un primo ambiente bar-caffè e nel retrostante salone, è pavimentato in marmo prezioso, rivestito da una zoccolatura in marmo Verde Alpi nel bar e da una pannellatura in legno nel salone. Nel bar si trovano due grandi e preziose tempere di Ottone Rosai raffiguranti due paesaggi toscani.
Uscendo, come detto a pochi passi si staglia maestosa la Basilica di Santa Maria Novella.
La Basilica è una delle più importanti chiese di Firenze, sorge sull’omonima Piazza ed era per Firenze il punto di riferimento per un importante ordine mendicante, i Domenicani.
La facciata marmorea di Santa Maria Novella è fra le opere più importanti del Rinascimento fiorentino, pur essendo stata iniziata in periodi precedenti.
Ci si incanta ad osservarne la facciata, partendo dal registro inferiore, ricoperta di marmi bianchi e verdi, con i due portali laterali gotici, le arche tombali e l’ornamentazione marmorea a riquadri e archetti ciechi…
Osservando bene mi accorgo che sulla facciata compaiono anche delle strumentazioni scientifiche che, leggendo in proposito in un momento successivo, scoprirò essere un’armilla equinoziale e un quadrante astronomico in marmo, opere del domenicano fra Ignazio Danti da Perugia, astronomo e cartografo, che grazie a queste strumentazioni, riuscì a calcolare esattamente la discrepanza fra il vero anno solare e il calendario giuliano e grazie al quale si ottenne il riallineamento dei giorni e la promulgazione del nuovo calendario gregoriano.
Entro con piacere, sono accese le luci crepuscolari, calde quanto quelle delle numerosissime candele accese. E’ sempre una emozione intensa entrare in questa Basilica così unica e preziosa!
Lunga quasi cento metri, presenta una pianta a “T”, suddivisa in tre navate con sei ampie campate che si rimpiccioliscono verso l’altare, esaltando la sensazione di lunghezza. Il soffitto è a volte con archi a sesto acuto decorate con pitture bicrome bianco-verdi… si potrebbe percorrere tutta la navata centrale con il naso in su, sino ad arrivare al Crocefisso di Giotto, collocato a circa 45 metri di altezza leggermente inclinato in avanti, così da poterne godere pienamente e nella sua interezza. I suoi colori pieni e l’oro prezioso sono una prova di maestria perenne.
Ho ancora una mezz’ora di tempo… mi sposto verso l’Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella, o Antica Spezieria di Santa Maria Novella.
Oggi è ritenuta la farmacia storica più antica di tutta Europa, attiva da 4 secoli, nonché uno degli esercizi commerciali più antichi in assoluto: per tale ragione nel 2012 è iniziato un importante progetto di restauro di alcuni ambienti monumentali, tutt’ora in corso ma senza arrecare disturbo ai visitatori
Già nel 1381 è documentato come i Domenicani di Santa Maria Novella vendessero l’acqua di rose come disinfettante, usato soprattutto nei periodi di epidemie. I frati coltivavano le piante medicamentose (definite “i Semplici”, e da qui deriva il nome del “giardino dei Semplici”) in un orto attiguo, distillavano erbe e fiori, preparavano essenze, elisir, pomate e balsami.
L’antica “spezieria” oggi non più farmacia, bensì profumeria ed erboristeria, si trova in un vero e proprio ambiente monumentale, con decorazioni e arredi antichi risalenti a varie epoche. Conserva anche una pregevole collezione di materiale scientifico, come termometri, mortai, bilance e misurini oltre a pregiatissimi vada da farmacia.
Legni pregiati e marmi preziosi decorano gli ambienti collegati tra loro da corridoi luminosi, tutti i prodotti sono confezionati ed esposti come se il tempo non fosse passato, e così pure i loro nomi… i profumi che si diffondono in queste sale sono eleganti e sobri, naturali ed erbacei. Tra mille proposte scelgo una essenza di garofano, che mi ricorda tanto il profumo che c’era in casa quando si compravano i garofani freschi.
Raggiungo la stazione, salgo sul treno e durante il viaggio contemplo il mio acquisto, testimone di quanto importante può essere un’ora di tempo libero, in certe occasioni…
Manuela Lamanu Manzotti