Alla Scoperta delle Isole Eolie

Siamo nella propaggine meridionale del Tirreno, a nord della costa sicula e ad ovest di quella calabra: un arcipelago di 7 isole ci ricorda che la terra vive sotto di noi e che l’orizzonte è solo il limite del nostro sguardo e non la fine del mondo: le Eolie sono, infatti, la parte emersa di un vasto complesso vulcanico, prevalentemente sottomarino, che si estende per circa 200 chilometri e le stesse isole nacquero come vulcani sommersi che spuntarono in superficie due milioni di anni fa; è proprio questa loro natura ad averne determinato l’inserimento nel 2000 tra i siti UNESCO.

Mappa delle Eolie

Isole Eolie: posizione e disposizione

L’aspetto più difficile con gli arcipelaghi è capire come distinguere le isole tra loro, nel senso che fino a che non le hai visitate nome, posizione geografica e caratteristiche non si incontrano mai e, quindi, cercare di effettuare una scelta per stabilire un proprio itinerario risulta impossibile, se non ammettendo un fastidioso compromesso. Proveremo allora a far combaciare i pezzi del puzzle seguendo un criterio dal macro al micro, ma bisogna riconoscere che, per quanto piccole possano apparire, in queste isole nulla risulta trascurabile tra storiaeventitutela dei cetacei, sportriserve naturali in fioritura come funghi in autunno.

Lipari: bianca come la pomice

La cava di pomice di Lipari

La cava di pomice di Lipari

37,6 km² – circa 10.700 abitanti

L’aspetto più evidente di Lipari è la distesa bianca dei giacimenti di pomice, dono del vulcano Monte Pelato. Ma un altro materiale rese famosa Lipari: l’antica Meligunis, dal greco “melos” (dolce, forse in riferimento al clima), fu residenza nel neolitico (3500 A.C.) di genti provenienti dalla Sicilia che diedero avvio al commercio dell’ossidiana in tutto il Mediterraneo.

Lipari offre ogni tipo di attrattiva e avere la possibilità di attraversarla via terra (in auto, motorino o bicicletta) o di circumnavigarla è l’ideale per poterla osservare da ogni prospettiva: la vita cittadina di Marina corta e Marina Lunga lascia spazio alla storia custodita dalla Chiesa di S. Giuseppe e dalla Cattedrale di S. Bartolomeo e illustrata dal Museo Archeologico Regionale Eoliano “Luigi Bernabò Brea”, quindi il paesaggio del Belvedere di Quattrocchi riempirà il vostro sguardo una volta attraversata la Contrada di Caolino e prima di raggiungere la spiaggia del Canneto.

Salina: “Il postino” di Troisi, i capperi e la Malvasia

26,8 km² – circa 2.300 abitanti

Isole Eolie: vista di Salina

Salina

Caratterizzata da due grandi coni vulcanici ormai spenti e quasi uguali nella forma, Fossa delle Felci e Monte dei Porri, da cui derivò il suo antico nome di Didjme (gemelli), deve invece la sua denominazione attuale al laghetto di Lingua dal quale si estraeva il sale usato per la conservazione dei capperi e del pesce.

Lo sviluppo dell’isola è stato favorito dall’abbondanza di acqua, carente nelle altre isole, e dalla creazione nel 1984 della Riserva Naturale “Le Montagne delle Felci e dei Porri”, a testimonianza del fatto che Salina è la più verde delle Eolie, la più alta, la più ricca di uccelli nidificanti e di piante.

La visita dell’isola ruota intorno a quattro centri:

Santa Marina, posto sulla costa orientale e principale punto d’attracco, ove il litorale presenta lunghe spiagge di ciottoli ed  è possibile visitare il Museo dell’emigrazione, in memoria degli abitanti di Salina che intrapresero viaggi in Australia e America alla ricerca di maggiori fortune;

nella parte centrale della costa nord si trova invece Malfa, il più grande dei tre paesi dell’isola e località in cui si concentrano le maggiori strutture ricettive; qui la costa si presenta più alta, ripida sul mare e assai suggestiva;

più a est si trova il piccolo centro di Pollara, posto su un antico cratere, ideale per chi desidera trascorrere giornate in totale tranquillità;

infine, Rinella, nella parte meridionale, dotata di un piccolo porticciolo che è punto d’arrivo di diversi turisti e dominata da una bellissima spiaggia il cui lungomare di sera si popola di gente. Nelle vicinanze, merita un bel bagno la piccola baia di Prà Venezia, accessibile grazie ad un sentiero in pietra lavica.

 Vulcano di nome e 4 vulcani di fatto

21 km² – circa 300 abitanti

Isole Eolie: vista dal cratere di Vulcano

Vista dal cratere di Vulcano

Estremità Sud dell’arcipelago, se si badasse al nome ci si aspetterebbe di sentire un continuo brontolio con colate di lava, mentre in realtà l’isola, che deve il suo nome al dio romano del fuoco ed ha prestato il proprio per indicare le montagne geologicamente attive, presenta solo fenomeni di vulcanismo secondario, ossia l’attività delle fumarole, esalazioni che consistono nella produzione di vapore e gas.

Dal punto di vista geologico, l’isola è formata da quattro vulcani: Gran Cratere della Fossa, Vulcano vecchio – che comprende le due cime del Monte Saraceno e del Monte Aria e costituisce l’edificio vulcanico originale, il Lentia (all’interno del quale si è formato il cratere della Fossa) e il complesso periferico dei coni di Vulcanello, uniti all’isola di Vulcano da un istmo.

Qui l’ascesa al cratere è un must, così come un bagno nel laghetto naturale dei fanghi caldi nella zona del Porto di Levante.

Stromboli: l’insonne

12,6 km² (con l’isolotto di Strombolicchio)- circa 400 abitanti

L'eruzione dello Stromboli all'imbrunire

L’eruzione dello Stromboli all’imbrunire

Il segreto di quest’isola è il fascino che producono i frammenti incandescenti che illuminano le notti zampillando dalla Sciara del Fuoco, il versante attivo del vulcano: un tempo i fenomeni naturali incontrollabili erano considerati di natura divina e Stromboli era Iddu (Lui in siciliano), ma ancora oggi, sebbene con una mole di informazioni a disposizione ben diversa, nulla di Lui ci è possibile controllare e il suo essere l’unico vulcano in Europa e uno dei pochi al mondo in attività eruttiva permanente attira la nostra curiosità e ci spinge sino al il Pizzo sopra la Fossa, punto d’osservazione che offre una vista spettacolare verso l’interno dei crateri. E allora a circa 1 miglio dalla costa dell’isola potrete vedere anche Strombolicchio,  uno “scoglio” sormontato da un faro tuttora in funzione (benché automatizzato), che una leggenda vuole fosse il tappo dello Stromboli, lanciato in mare da una violenta eruzione.

Filicudi e Alicudi: le più antiche e incontaminate

Rispettivamente 9,7 km² – circa 250 abitanti e 5,2 km² – circa 100 abitanti stanziali

L'isola di Filicudi

L’isola di Filicudi

Filicudi è mare: se ripide mulattiere la percorrono, uniche vie per gli spostamenti interni prima della costruzione della strada che collega le frazioni più importanti, per godere a pieno della sua bellezza è consigliato l’utilizzo della barca e raggiungere spiagge e calette (la grotta del Bue Marino e lo scoglio La Canna se proprio dobbiamo citare dei nomi) che costituiscono la vera attrattiva di quest’isola.

Si deve ammettere però che dalla sommità del vulcano spento, la Fossa delle Felci (774 m), si gode un incomparabile panorama mozzafiato delle altre Eolie e di Capo Graziano, il promontorio che prolunga verso Sud l’ovale dell’isola e ove, ancora oggi, è possibile visitare i resti di antiche capanne risalenti alla metà del XIII secolo A.C.

Il mistero di Alicudi

Il mistero di Alicudi

Alicudi, invece, è ritorno all’essenziale: sentieri rustici e stradine collegate da lunghe scalinate tracciano percorsi a volte impegnativi che possono essere alleviati solo dagli asinelli, unico mezzo di trasporto sull’isola; il versante occidentale è ancora selvaggio e quasi inaccessibile e prima di pensare di sbarcare in questo antico passato è consigliabile fare rifornimento di contanti e di eventuali farmaci (totalmente assenti sono bancomat, farmacie e uffici bancari, così come locali alla moda, pub, discoteche; solo un albergo con l’unico bar-ristorante, due alimentari e un giornalaio che vende anche prodotti di prima necessità). E ancora una volta è una vetta ad attrarci: l’ascesa del Filo dell’Arpa, la montagna che costituisce l’intera isola, è ideale da affrontare al tramonto per poter apprezzare al meglio il panorama, ma il sentiero è una sfida in quanto ripida mulattiera composta da scalini di pietra lavica…e non dimenticate la torcia ché Alicudi non ha illuminazione!

Panarea: il settimo nano

3,4 km² (con gli isolotti di Basiluzzo, Dattilo e Lisca Bianca) circa 240 abitanti

La più piccola delle Eolie: Panarea

La più piccola delle Eolie: Panarea

Non si può negare sia un rinomato centro turistico di fama internazionale, ma le sue tre contrade (Ditella, S.Pietro e Drauto) non hanno solo servizi turistici in cui oziare: che decidiate di percorrerla a piedi, date le modeste dimensioni, o di sfruttare macchine elettriche e “apette” convertite in taxi, dovrete fare sosta obbligata

alla sorgente termale in prossimità della Punta Peppemaria, che si manifesta con l’emanazione dal fondale di acqua calda a 50°C e sfruttata a scopo terapeutico;

alla piscina naturale di Cala Junco, mettendo in conto non solo il bagno in acque di colori strabilianti, ma, con buone probabilità, anche quello di folla;

alle sorgenti termali e alle innocue fumarole della spiaggia Calcara.

E sin qui un piccolo condensato di notizie o curiosità, ma ogni isola ha altrettanti segreti che potreste scoprire. Adesso la scelta pare obbligata: non esiste alternativa a un tour dell’arcipelago perché escludere un’isola sarebbe come dimenticare uno dei sette nani, ossia semplicemente imperdonabile.

Laura Alice&ilGatto Antoniolli

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