Riscoprire le meraviglie della Sardegna a Costa Rei!
Dopo 4 anni di tentativi falliti, e dopo 15 anni dall’ultima volta, torno finalmente in Sardegna. L’occasione è ricca: un week end lungo insieme a 4 amiche dai tempi delle scuole medie (non proprio ieri…), ospiti nel delizioso appartamento di una di loro a pochissimi passi dalla spiaggia e dalla vista straordinaria.
Andiamo a Costa Rei, a circa 70 km da Cagliari sulla costa sud orientale dell’isola e 20 km da Villasimius.
Il transfer da Cagliari è di già emozionante e mi riporta tantissimi ricordi… le colline tappezzate da macchia mediterranea mescolata a grandi e robuste piante di cactus, gli oleandri fioriti a separare le corsie della strada panoramica, il mare che compare e scompare, le costruzioni basse e semplici degli abitanti, che della semplicità hanno fatto il loro modus vivendi.
Sull’origine del nome esistono due teorie: la prima lo fa derivare della parola “re”, quindi “costa del re”; tale versione è avvalorata anche dalla limitrofa località di Cala Reina (ora Cala Regina) lungo la litoranea per Cagliari.
Una seconda ipotesi, la più veritiera, sostiene che il nome Costa Rei derivi dal fatto che a fine ottocento vi era una colonia penale nella vicina Castiadas dove i detenuti (rei, appunto) lavoravano alle bonifiche delle zone paludose (e malariche). A memoria resta la colonia penale più grande d’Italia, che può ricevere fino a 1000 detenuti. Ecco da dove deriva il nome Costa Rei: il litorale dove approdarono coloro che venivano considerati “rei” per i più svariati motivi.
Popolata per lo più nel periodo estivo è meta di numerosi turisti e rinomata per le sue spiagge chiarissime e a sabbia fine. La spiaggia è famosa anche per lo Scoglio di Peppino, in località Santa Giusta, un basso e largo scoglio, meta della nostra prima passeggiata mattutina dopo la colazione. Diversi paesaggi si alternano durante il percorso… tratti di spiaggia libera delimitata da cespugli e arbusti e a seguire spiagge di villaggi turistici attrezzatissime all’insegna dell’all inclusive, a volte leggermente caotiche e rumorose dove i bambini sono moltissimi, tutti qui a «ricostituirsi» dopo le fatiche scolastiche…
In meno di mezz’ora dalla nostra spiaggia (quella del Residence Free Beach, tranquilla e molto spaziosa) raggiungiamo lo scoglio, dove il mare assume tonalità impensabili, la trasparenza è assoluta ed è lampante la motivazione per cui questo tratto di costa è inserito tra le 10 spiagge più belle del mondo. Da qui è addirittura possibile scorgere l’isola della Serpentara.
E’ il punto di confine tra i comuni di Castiadas e Muravera, uno scoglio di granito chiaro che richiama alla mente una tartaruga, uno dei luoghi più belli di tutta la costa orientale.
La sera la dedichiamo ai sapori di questa terra: una cena senza troppe limitazioni da «Sa cardiga e su pisci», dove i frutti del mare e la fregola fresca, le seadas e le pardule, accompagnati da un ottimo vermentino, ci danno un importante ricordo da portare a casa con noi.
Il mattino successivo ci svegliamo nuovamente grazie all’alba che entra dalle nostre finestre e al profumo di caffè che la più abitudinaria di noi non può attendere a gustarsi; nonostante il residence sia già molto popolato il silenzio e la tranquillità sono costanti in ogni ora del giorno, è una vera oasi di pace per un relax totale e una riappacificazione con sè stessi dopo mesi di piccole o grandi battaglie.
Oggi la destinazione della nostra passeggiata è Piscina Rei (un lago salato), dal lato opposto dello Scoglio di Peppino, che si raggiunge con una decina di minuti di camminata in più… protetta da dune di sabbia e piccoli arbusti, Piscina Rei ci appare come un luogo incontaminato caratterizzato da uno stagno retrostante frequentato da aironi, folaghe e altri uccelli acquatici.
Restiamo ferme, in silenzio, per diversi minuti ad ammirare quello che abbiamo di fronte a noi… quando la natura si esprime così perfettamente le parole sono davvero superflue. Un folto gruppo di fenicotteri sta mangiando tranquillamente, immergendo la testa e il lungo collo nell’acqua melmosa ed emettendo il loro caratteristico verso, piuttosto cacofonico se confrontato alla loro eleganza e leggerezza!
La sera aperitivo in terrazza vista mare prima di uscire a cena… Tramonto, vermentino con frutta profumata, pecorino sardo stagionato e salamino… così piacevole che forse sarebbe stato il caso di saltare la cena e rimanere a godersi una atmosfera così rara.
Il giorno successivo, domenica, il mare è già più caldo (avevo dovuto utilizzare il sottomuta in neoprene per riuscire a fare un bel bagno con maschera e pinne verso i vari massi granitici sommersi che attirano diversi pesci… in particolare mi sono intrattenuta con una piccola bavosa, curiosa ma timorosa, che mi osservava dalla porta di ingresso della sua casa -un collo di bottiglia-), l’acqua è assolutamente perfetta e ce la godiamo entrando ed uscendo dall’acqua in continuazione; cerchiamo di prenderci tutto in dosi massicce (sole compreso, così che rientreremo leggermente scottate).
Un pranzo sulla spiaggia all'”Escargot» bevendo un ottimo Hugo, l’acquisto di qualche pensierino per chi è rimasto a casa, un ultimo bagno ed è l’ora di raggiungere l’aeroporto di Cagliari per rientrare.
Arriviamo a Parma alle 21 e ci mettiamo in strada per raggiungere la nostra città, ammirando il tramonto del solstizio d’estate… anche il nostro rientro è stato all’altezza di tutto il bellissimo week end!
Vuotando la valigia, il pensiero è uno solo: “non passeranno altri 15 anni prima di rivedere la Sardegna”…
“Chi chiama la Sardegna terra malvagia, o non la vide mai, o non vide oltre agli aridi sassi delle costiere della Nurra, di Figari, o di Tavolara.” (Antonio Bresciani)
Manuela Lamanu Manzotti