Torniamo in Andalusia insieme a Marta e Michele: prossime tappe Granada e Cordoba!

Bentornati, continuiamo il racconto del nostro viaggio in Andalusia, e precisamente a Cordoba e Granada.
Lasciamo Siviglia con la nostra macchina a noleggio ci direggiamo verso Cordoba, due ore di viaggio in tranquillità.
Anche Cordoba ci si presenterà meravigliosa e completamente diversa da Siviglia,  attraversata da stradine molto strette e caratteristiche dal fondo ciottolato.
Cordoba è stata per lungo tempo la capitale dell’Impero Musulmano in Spagna. I Mori ne fecero il centro culturale del loro dominio. In quei secoli Cordoba arrivò ad avere  900.000 abitanti ed essere la città più popolosa d’Europa.
Nonostante la distruzione di molte delle testimonianze artistiche del tempo, Cordoba resta la città andalusa in cui è più visibile il passato musulmano.
Intorno al X secolo Cordoba era importante per i musulmani quanto lo è La Mecca oggi. Il pellegrinaggio alla Mezquita era una tappa obbligata per ogni fedele di Maometto. La città di Cordoba era la vera capitale della Spagna, un luogo dove vivevano filosofi, scienziati e studenti che frequentavano la prima Università creata in Europa. Ma Cordoba non era solo un luogo di cultura: era famosa anche per i suoi palazzi dedicati al piacere, con Bagni Arabi e Harem.
Oggi Cordoba non ha più quell’antico splendore. E’ una città moderna ma basta entrare nel centro storico, visitare la Mezquita o girare per le strade acciottolate della Juderia per ritrovare tutta l’atmosfera della Cordoba musulmana e lo spirito più vero dell’Andalusia di un tempo.
Quello che ci è rimasto impresso del centro storico di Cordoba (la Juderia, appunto) sono i suoi patii e le case bianche dall’impronta prettamente islamica che si affacciano sulle strette viuzze e che sono considerate Patrimonio dell’Unesco.
Uscendo dal nostro hotel di fronte alla Mezquita abbiamo visitato il ponte romano sul fiume Guadalquivir, lungo circa 240 da percorrere tutto a piedi.
Il ponte fu realizzato dai romani sotto l’impero di Augusto e faceva parte della Via Augusta, in seguito gli arabi lo restaurarono e ampliarono. Dopo la riconquista cristiana, vennero effettuate diverse riparazioni, per cui della costruzione originale sono rimaste solo le fondamenta.
Sul lato sud del ponte s’innalza la torre della Calahorra che oggi ospita il museo interattivo di al-Andalus, incentrato sulle tre culture che furono capaci di convivere in modo pacifico a Córdoba.
In senso contrario, il ponte conduce alla Puerta del Puente, detta anche Arco del Triunfo; a metà si trova  la statua di San Raffaele, davanti alla quale i cordovani posano fiori e lumini, si levano il sombrero in segno di devozione o recitano una breve preghiera.
Abbiamo poi proseguito verso la  Mezquita ed è la visita che ci ha maggiormente impressionato durante il nostro viaggio: la piu grande moschea musulmana del mondo islamico all’interno della quale è stata costruita una cattedrale cristiana.
La Mezquita di Cordoba è un esemplare unico al mondo e narra la storia di un’epoca ricca di fascino. Si cominciò a costruire nel 780 finché, nel 987, raggiunse le sue attuali dimensioni.
Dopo la Riconquista, avendo riacquistato il potere a Cordoba, i cristiani edificarono una cattedrale gotica nel cuore delle delicate navate della moschea.
La Mezquita di Cordova viene considerata l’opera maestra dell’arte musulmana.
Per entrare nella Mezquita si deve attraversare un grande portone chiamato Puerta del Perdon, e da qui si apre un grande patio, il Patio degli Aranci, un grande cortile dove si alternano fontane, alberi e il pozzo d’Almanzor. Entrando ci si sente immersi in un vero bosco di colonne e archi in cui il colore e le ombre giocano un ruolo importante.
Camminare  tra le arcate della moschea e ritrovarsi di fronte l’ingresso della cattedrale cristiana è realmente pazzesco!
Dopo aver visitato la Mezquita anche in questo caso abbiamo visitato l’Alcazar di Corodoba: Cordoba giardini dell'alcazarAlcazar De Los Reyes Cristianos. Bellissimi i suoi giardini. Piu che la struttura in sè sono stupefacenti i suoi giardini. Ricchi di cipressi, fontane ed esplosioni di colori grazie alle fioriture accese.
La sera ci siamo lasciati conquistare dai localini e dai ristoranti di Cordoba lungo le viuzze strette e vitalissime.
Il giorno successivo lasciamo Cordoba, diretti a Granada, raggiungibile anche in questo caso in circa due ore di guida tranquilla.
Che dire di Granada? Diciamo solo ALHAMBRA.
Attenzione: i biglietti di ingresso sono piu di 6000 al giorno e i 2/3 sono acquistabili solo online mesi e mesi prima . Noi abbiamo corso il rischio acquistandoli direttamente lì: alle 7 del mattino eravamo già in coda alle macchinette e acquistando con carta di credito abbiamo fatto prestissimo… incredibile ma dopo un’oretta eravamo già dentro all’alhambra!
Per visitarla bene a nostro avviso ci vogliono come minimo 6 ore.
Lgranada interno alhambra a meravigliosa e leggendaria Alhambra di Granada si trova sulla cima di un’altura, chiamata La Sabika, ed è il simbolo della città e della sua ricca storia. Insieme ai giardini del Generalife e all’Albaicín è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
All’interno delle alte e rosse mura della fortezza si ergono i meravigliosi e decorati palazzi degli emiri arabi. Oltre al Palacio Nazaries e all’Alcazaba, si trovano anche il Palacio de Carlos V, l’Iglesia de Santa Maria de la Alhambra oltre a molti giardini, alberghi, ristoranti e negozi di souvenir. Tutto è curato alla perfezione ed è di una bellezza incredibile e i vari stili delle diverse epoche si intrecciano con un equilibrio che lascia senza fiato.
Cena in un ristorantino vista verso l’alhamabra… che suggestivo! Il giorno successivo, l’ultimo del nostro viaggio, l’abbiamo dedicato al relax in piscina ed allo shopping, da perfetti turisti, ma certi di aver incamerato una quantità tale di immagini e ricordi bellissimi da non sentirci in colpa.
Questo è stato uno dei nostri viaggi più belli e meglio vissuti, in totale libertà e con tanta curiosità nei confronti di quello che ci circondava… speriamo possa essere così anche per voi!
Marta e Michele

Uff. Stampa
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