Delle guide e di Venezia

Nell’universo dei viaggi, intorno al mondo delle soluzioni per ogni destinazione, ruota il satellite lunare delle guide turistiche. Che siano su carta o in carne ed ossa poco importa, l’aspetto essenziale è la loro capacità di influenzare gli itinerari dei viaggiatori con la stessa intensità con cui la nostra Luna influenza la Terra e le attività umane.

Copertina della guida Corto Sconto

Copertina della guida Corto Sconto

Molto spesso la guida diviene un feticcio e solo quello che la carta riporta o l’accompagnatore racconta pare degno di nota o appartenere al mondo reale, sino al limite di allontanarci dal nostro obiettivo di fare esperienza del luogo in cui ci troviamo; in altri casi la guida si “accontenta” di essere la chiave per accedere a una nuova visione della nostra destinazione e allora vediamo una città con occhi diversi oppure scopriamo dettagli inattesi; infine, ci sono casi in cui la guida diventa destinazione essa stessa e potremmo stare ad ascoltare le sue parole o scrutare le sue mappe senza necessità di spostarci da casa.

Corto Sconto- La guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta”, pubblicata da Rizzoli- Lizard nel 1997 e giunta ormai alla decima edizione (2009), pare avere il pregio di unire l’inusuale e lo straordinario consentendoci il doppio viaggio a Venezia e nei sogni di qualcun’altro.

Perché il sogno più vero è quello più distante dalla realtà,

quello che vola via senza bisogno di vele, né di vento

– Hugo Pratt –

Visto che al lato onirico ci pensa il trio di autori (Hugo Pratt, Guido Fuga e Lele Vianello sono arcinoti agli appassionati di Corto Maltese e del mondo fumettistico italiano), noi vediamo di mantenerci con i piedi per terra.

Nell’epoca delle app, dei GPS e dei comandi vocali, “Corto Sconto” appartiene alla categoria dell’antiquariato, considerato che è fatta di carta e non ne esiste una versione e-book, alle foto satellitari e a quelle photoshoppate di tramonti in laguna preferisce schizzi, fumetti e disegni (anche se d’autore) e sostituisce le liste delle cose da non perdere con pagine descrittive.

L'apertura della "Porta del viaggio"

La “Porta del viaggio”

Che si tratti di pregi o di difetti è tutta questione di punti di vista, ma la realtà è che questa guida è così non per caso, ma per destino dato che i tre autori, forti di una trentennale esperienza da girovaghi nel dedalo veneziano, vogliono rendere omaggio al loro vagare e alla città, alla faccia della scarsa fantasia di quel turismo che intrappola sé stesso in percorsi sempre uguali. In questo senso bisognerebbe citare l’intera introduzione alla guida che pare un inno al vagare anarchico e senza destinazione apparente, ma che rivela il grande pregio di portarci dove altrimenti non potremmo mai arrivare: le corti sconte – “nascoste”- veneziane che, mixate con il nome Corto Maltese, danno il titolo alla guida.

In quanto viaggiatori navigati nell’acqua alta, Pratt, Fuga e Vianello sanno però che il senso pratico non può essere gettato a mare, per cui scelgono di fornire coordinate d’esplorazione sotto forma di sette itinerari concepiti come varchi ad altrettante dimensioni di Venezia: avventura, mare, Oriente, oro, amore, colore e viaggio diventano nomi per altrettante porte di accesso ai luoghi veneziani e alle storie che in essi sono celate. Il nome della porta diviene una chiave di lettura e di ricerca, una sorta di filo d’Arianna da seguire per partire da un luogo e giungere in un altro, senza escludere alcuno dei tesori che sul cammino si incontrano. Mantenere la rotta a Venezia pare tuttavia difficile agli stessi autori che, partiti in cerca di un tema, non possono resistere a divagazioni per raccontare aneddoti, storie o mostrare scorci che, se anche non legati a doppio filo al tema principale o richiami di altri percorsi, parrebbe sacrilegio fingere di non notare.

Impossibile ricostruire in modo esaustivo i sette itinerari, ma proviamo almeno ad ingolosirvi.

Le Corderie dell'Arsenale di Venezia

Le Corderie dell’Arsenale

La Porta del Mare ci fa partire dai giardini Napoleonici (quelli della Biennale, per intenderci) e gravitare intorno alla Darsena, per condurci sino a San Zaccaria. Il tema aleggia nell’aria per tutto il tragitto, manifestandosi talvolta in modo quasi impalpabile– serve la pazienza dei cercatori d’oro per scovare la rappresentazione della battaglia navale di Lepanto sull’altare di sinistra della chiesa di S. Antonio Abate, e, talvolta, in modo dirompente come per le impiraperle che con i loro speciali pettini infilano piccolissime perle per farne collane, le fondamenta della Tana con le reti stese e la lapide che specifica le misure minime dei pesci commerciabili ai tempi della Serenissima e la via Garibaldi, patria dei “pirati dell’Adriatico” e sede della dimora dei navigatori Giovanni e Sebastiano Caboto, il primo scopritore del Canada e il secondo ispiratore del passaggio a Nord- Est. Altrettanto evidente il legame al tema del Museo Navale e dell’Arsenale che fu uno dei maggiori cantieri navali d’Europa e che oggi, nelle corderie, ospita esposizioni internazionali d’arte; ma anche della “marinarezza”, l’insieme di edifici che circonda l’Arsenale e in cui in passato vivevano marinai che si erano distinti per meriti speciali, oltre a quell’eccezionale varietà di genti di ogni provenienza  che “fece di Venezia una delle città più aperte e tolleranti di tutta Europa”. Il percorso comunque non finisce qui, anzi ci porta alla chiesa e alla sede dei Cavalieri di Malta, poi alla chiesa più antica d’Occidente- quella di San Giorgio, custode delle vicende della diaspora greca dopo la caduta dell’impero bizantino (1454), quindi all’Istituto Ellenico e, dopo una divagazione sul rapporto tra Venezia e il vino, alla stazione del vaporetto che prende il nome di “Celestia”: “guardatevi intorno e lasciate libera l’immaginazione, alla fine del vostro sogno il vaporetto vi sbarcherà a San Zaccaria”. Chi temesse di non avere le energie per seguire Pratt & co. nel loro vagare si può tranquillizzare perché non mancano nemmeno consigli per scegliere il posto giusto in cui rifocillarsi lungo il tragitto.

Ed è proprio nel momento in cui la guida pare farsi più pragmatica dicendo da dove partire, dove mangiare e cosa guardare che la fantasia riesce a spiccare il volo, vuoi per i riferimenti alle avventure di Corto Maltese, vuoi per le curiosità che spuntano tra le pagine.

Vignetta da "Angelo della finestra d’Oriente"

Vignetta da “Angelo della finestra d’Oriente”

Non aspettatevi però che sia il marinaio disegnato da Hugo Pratt a farvi da guida o da compagno di viaggio, la voce narrante, infatti, non è sua, ma di chi alle sue avventure ha dato forma o ha prestato il suo estro artistico, mentre Corto resta una presenza iconografica attraverso i disegni che contornano il testo come le miniature nei manoscritti e un’ombra che ci si ritrova ad inseguire ripercorrendo le tracce che le corti sconte veneziane hanno lasciato nelle avventure fumettistiche. A volerla dire tutta, il richiamo a Corto Maltese è più che altro un pretesto e chi conosce il personaggio sa quanto Venezia lo affascinasse e potrebbe anche ricordare che per uscire dalla “Favola di Venezia” e andare in altri posti bellissimi è proprio da una porta che dovrà passare.

Questa città è bellissima e io finirei per lasciarmi prendere dal suo fascino, diventerei pigro”

“Venezia sarebbe la mia fine“ 

– Corto Maltese –

Laura Alice&ilGatto Antoniolli 

Uff. Stampa
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