Argentina, a Buenos Aires sulle note del tango.
Un viaggio motivato da sentimento e passione quello che ci porterà in Argentina, nella sua capitale Buenos Aires, alla ricerca delle radici del tango e della sua cultura.
Buenos Aires è la maggiore città dell’Argentina con quasi 3 milioni di abitanti e circa 13 milioni nell’area metropolitana, sede di uno dei maggiori porti del continente e la seconda città in sudamerica per importanza economica. Come tutte le grandi città sud-americane è ricca di forti contrasti; anche qui, infatti, convivono quartieri lussuosi e favelas al limite della sopravvivenza.
Gli abitanti della città di Buenos Aires vengono chiamati “porteños”, mentre gli abitanti della provincia di Buenos Aires vengono chiamati “bonaerenses”.
Buenos Aires è stata teatro di movimenti di piazza anche rilevanti in sostegno o contro il governo del tempo. Ricordiamo le smisurate folle osannanti che acclamavano il presidente Juan Domingo Peron e la moglie Evita, ma anche le manifestazioni del gruppo delle Madri di Plaza de Mayo, costituito da donne che, nell’impossibilità di manifestare altrimenti la loro situazione, si riunivano nella piazza antistante la Casa Rosada esponendo in silenzio le foto dei loro cari dispersi a causa della repressione militare.
In anni più recenti si sono moltiplicate le manifestazioni dei piqueteros che protestano per ottenere aiuti per le persone in difficoltà a causa della disoccupazione e la crisi economica effettuando blocchi stradali ed altre forme di protesta pubblica.
Particolare rilevanza ha avuto la manifestazione definita cacerolazo (19-21 dicembre 2001) in cui scese in piazza la classe media, colpita dal blocco dei risparmi bancari, facendo risuonare le pentole di casa; manifestazione che, incredibile per noi, ha provocato la caduta del governo dell’epoca.
La popolazione bianca residente in città è la più mista che si possa pensare, originaria prevalentemente dall’Italia e dalla Spagna, in minor numero dalla Germania, dalla Scandinavia, dalla Grecia, dal Portogallo, dalla Francia, dalla Russia e dal Regno Unito.
Buenos Aires è una città che ha cambiato completamente la sua storia nella seconda metà del XIX secolo, con l’arrivo di una massiccia immigrazione favorita dalle condizioni economiche precarie in Europa e delle politiche del governo argentino volte a favorire l’ingresso di nuova manodopera.
L’immigrazione italiana fu la prima ad arrivare in modo massiccio. Nel 1887 gli italiani costituivano il 60,4% dell’immigrazione totale per poi ridursi con l’aumentare della immigrazione spagnola.
La fine del secolo vide anche l’affermarsi della vocazione portuale di Buenos Aires col miglioramento delle infrastrutture portuali e ferroviarie. In quel periodo si formò il quartiere della Boca, abitato in massima parte da marinai genovesi immigrati. Ancora oggi gli abitanti della Boca si chiamano xeneizes (genovesi in dialetto genovese) e la scritta xeneizes appare sulle magliette della amatissima squadra di calcio del Boca Juniors.
La Boca è il settore cittadino più visitato dai turisti di Buenos Aires, anche perché la Boca è molto legata all’immaginario del tango. La Vuelta de Rocha, dove il Riachuelo (Rio Grande do Norte) fa un’ampia curva, è uno dei suoi luoghi più caratterístici assieme al mercatino dell’artigianato ed al Caminito. Il “Caminito” è una via con case colorate, dall’antica tradizione degli immigranti di dipingere con sgargianti pitture navali i frontoni delle casette; le case venivano dipinte con le rimanenze di vernice usata per le chiatte da trasporto merci che transitavano nel Riachuelo e negli anni questo è diventato un motivo di attrazione per i turisti. Uno dei locali italiani più vecchi e noti è Rancho Canchero, che ha il suo negozio principale nell’ Avenida Almirante Brown all’incrocio con la calle Suárez, e propone cucina popolare argentina ed italiana, caratteristiche gastronomiche della Boca come la Fugazza con queso (la Fugassa genovese, ovvero focaccia al formaggio) e la Fainà (la Fainaa genovese, ovvero la farinata); nella cultura popolare risultante dalla mescolanza interculturale della Boca si incontrano alcune figure tipiche portuali come el bombero (il pompiere), la prostituta, el cafishio (dal genovese stoc’cafiscio), el enano, el equilibrista ed el borracho (ovvero l’ubriaco).
Qui, come in tutta l’intera città, il tango scandisce il tempo che passa, giorno e notte… se ne trovano tracce ovunque, in qualsiasi momento della giornata, in ogni sua forma
ll tango è un ballo, e un genere musicale, originario della regione del Rio de la Plata tra Argentina e Uruguay come espressione popolare, e artistica, che comprende musica, danza, testo e canzone.
Uno degli strumenti caratteristici del tango è il bandoneon. Pur essendo il tango tradizionale una musica molto sincopata, non si utilizzano nell’esecuzione strumenti a percussione, e gli strumenti utilizzati vengono suonati in modo del tutto particolare per dare forti accenti di battuta e segnature ritmiche.
Il tango è un ballo basato sull’improvvisazione, caratterizzato da eleganza e passionalità. Il passo base del tango è il passo in sé, dove per passo s’intende il normale passo di una camminata. La posizione di ballo è un abbraccio frontale più o meno asimmetrico, a seconda dello stile, in cui l’uomo con la destra cinge la schiena della propria ballerina e con la sinistra le tiene la mano.
Poche regole semplici dettano i limiti dell’improvvisazione: l’uomo guida, la donna segue.
Fondamentalmente è l’uomo che chiede con un linguaggio puramente corporeo alla propria ballerina di seguirlo.
Negli anni 2000 si è sempre più affermato un genere noto come tango nuevo, ballato soprattutto sulle note del tango elettronico. Un movimento vero e proprio si è venuto a creare attorno alla ricerca costante di nuove forme di movimento nel Tango, in Europa e di ritorno nella stessa Argentina; segno di questo è il proliferare delle milonghe, cioè i luoghi dove si balla e si “vive” il tango, e la nascita di compagnie che rappresentano il Tango sul palcoscenico e di orchestre.
Sono circa centocinquanta le milonghe ufficiali che appartengono alla cosiddetta vecchia guardia porteña di Buenos Aires. Poi ci sono le milonghe spontanee, quelle che nascono all’aperto, a casa di amici o nei luoghi più improbabili, e quelle sono sicuramente di più.
Oggi, chi vuol rimanere avvolto al glorioso passato del tango tradizionale, non più mancare di andare alla Confiteria Ideal: locale tipico di quegli anni dove si respira ancora l’aria della Guardia Veja. La bellezza di questa sala da ballo sta nella centralità della location e nella possibilità di ballare già sin dalle 2 del pomeriggio in alcuni giorni della settimana.
“Il tango non è maschio; è coppia: cinquanta per cento uomo e cinquanta donna, anche se il passo più importante, “l’otto”, che è come il cuore del tango, lo fa la donna. Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l’improvvisazione.” (Miguel Angel Zotto).