Ancora una volta a Barcellona per scoprire il Flamenco!
Vi racconto oggi delle emozioni di un week end lungo a Barcellona durante la scorsa Pasqua, organizzato a Natale e quindi a prezzi molto convenienti, per festeggiare il compleanno di una delle mie sorelle che ancora non aveva avuto la fortuna di visitare questa città.
Volo low cost puntuale e preciso, addirittura arrivando con un leggero anticipo e presentandoci al check abbiamo avuto la possibilità di stivare gratis il nostro bagaglio a mano in quanto il volo era completo e non avrebbe potuto ospitare tutti i bagagli nelle cappelliere… cominciamo bene!
Il posto in aereo prenotato è una piccola spesa che si conferma essere importante, sopratutto quando si viaggia in più di 2 persone… e dopo poco siamo a Barcellona!
Prendiamo un taxi per raggiungere il nostro Hotel alle spalle della Sagrada Familia e durante il percorso iniziamo a conversare con il nostro autista, che ci parla della differenza tra la lingua spagnola e quella catalana (o castigliana)… l’orgoglio catalano è fortissimo, per cui un consiglio: se volete chiedere informazioni ad un passante, per sincerarvi che non sia un turista come voi non chiedete “lei è spagnolo?” perchè correte il rischio di sentirvi rispondere in modo secco “no, yo soy catalano!”
La prima cosa che ammiriamo è il cimitero incassato nella roccia di Badalona che costeggiamo in auto e le abitazioni vecchie e semplici della zona, che tentano di sopravvivere al nuovo della città che avanza.
In pochi minuti arriviamo all’hotel, dove lasciamo i nostri bagagli e con una scusa mi apparto con la receptionist per mettere a punto la serata a sorpresa di stasera: cena e spettacolo di flamenco al famoso Tablao de Flamenco “El Cordobes”, sulla Rambla!
Usciamo e ci dirigiamo verso la Sagrada Familia per una prima rapida occhiata (abbiamo già acquistato i biglietti via web per domani pomeriggio), per poi addentrarci in città per una passeggiata di ambientamento ed un buon pranzo.
La cattedrale ci compare, imponente, girato un angolo di strada… siamo nel retro, dove si fermano gli open bus che in continuazione girano per la città (e che da domani diventeranno i nostri comodissimi mezzi di trasporto al costo di 38 Euro per due giornate!).
Da qui procediamo verso il centro e arriveremo fino alla Passeig de Gràcia, la via più grande e importante di Barcellona, dove ci fermeremo per pranzare (alle 14.30, per “prendere il ritmo” della città, dove tutto è spostato di 2 ore avanti!
Prima Paella del viaggio (nonostante io sia vegetariana mi sono concessa di mangiare pesce e non me ne pento perchè vale realmente la pena) accompagnata da una cerveza gelata.. mangiamo all’aperto e ci deliziamo ascoltando la gente parlare questa lingua così musicale e affascinante.
Rientriamo dopo una lunga passeggiata alla scoperta di piccole vie traverse ed i palazzi più belli che la città ci offre con le sue balconate in ferro battuto dalle tipiche fogge art nouveau… Barcellona è una città da visitare a naso in su!
Rientriamo e con calma ci prepariamo per la serata a sorpresa… con un taxi arriviamo sulla Rambla dove passeggiamo per una mezz’ora in quanto ho prenotato per la cena e successivo spettacolo delle 22.
Arriviamo all’ingresso del Tablao di Flamenco El Cordobes dove troviamo molta gente in attesa di entrare; c’è chi ha il biglietto per il solo spettacolo e chi, come noi, cenerà e poi assisterà all’ultimo spettacolo della serata alle 23.30
Entriamo attraverso una porta alquanto stretta che da su un corridoio piastrellato nel tipico stile Barcellonese dove, salita la scala, esplode un susseguirsi di ampi locali illuminati da luci calde e decorati da restauratori e artigiani del Patronato di La Alhambra.
Questo è il locale più famoso e quotato in Barcellona per il flamenco in cui si esibiscono costantemente gli artisti più importanti , che siano vere leggende del flamenco o giovani ed entusiasmanti rivelazioni.
La cena è a buffet, molto varia e senza misura… un “all can you eat” di classe, con piatti presentati in modo eccelso e di buona qualità. Per me ci saranno tantissime possibilità vegetariane accompagnate da bicchieri (oh si, più di uno!) di ottima sangria.
Il nostro cameriere ci avvisa che lo spettacolo sta per iniziare e ci consiglia di affrettarci per prendere degli ottimi posti. Torniamo quindi verso l’ingresso dove, da una porta sulla destra, si accede alla sala del palcoscenico.
Posti migliori nel vero senso della parola… in prima fila e centrali! Un altro cameriere passa e ci lascia un bicchiere di Champagne (che verrà servito a tutti gli ospiti) e una delle ragazze addette all’accoglienza ospiti, dal palcoscenico, ci racconta velocemente la storia del flamenco e del locale, invitandoci a non scattare foto e a non parlare durante lo spettacolo in quanto, e ciò ci sorprende, è frutto di improvvisazione ed ispirazione dei ballerini e quindi sempre diverso.
Questa sera, insieme al gruppo di artisti composto da 3 chitarristi, 3 cantanti, due ballerini e due ballerine, si esibirà Ana Belén López Ruiz, conosciuta in tutto il mondo e che, in Italia, è stata per 4 anni prima ballerina all’Arena di Verona e protagonista di opere quali “Carmen” e “Il Trovatore” per la regia di Franco Zeffirelli.
E per quanto il gruppo si dimostri di una bravura veramente eccezionale, la sua istrionicità e il suo fascino ci incanteranno come nessun altro… forte e sanguigna, concentrata e quasi posseduta dal ritmo incarnerà un personaggio sofferente e disperato, intervallata da esibizioni dei ballerini, potenti ed intensi con una fisicità impressionante. Tanto profonda e vissuta sarà l’interpretazione dei protagonisti che, dalla prima fila, ne percepiremo il respiro affannoso, i gemiti scaturenti dagli sforzi fisici legati a queste coreografie improvvisate e, durante le loro evoluzioni, qualche goccia di sudore ci arriverà addosso.
Il silenzio del pubblico diviene quasi impressionante, tutti letteralmente rapiti da tanta potenza fisica e dal coinvolgimento che gli artisti sanno creare… melodie in continuo crescendo, canti sofferti, turbinii di stoffe carminie e di frange dei costumi, frenetico battere di tacchi a scandire i passaggi più impegnativi dello spettacolo…
E quando tutto finisce e le luci si spengono, restiamo qualche istante increduli e zitti… e poi scoppia l’ovazione, incontenibile e smisurata, un vero sfogo fisico dopo tanti minuti di tensione… l’applauso sarà interminabile ed intenso alla presentazione di ogni componente del gruppo, con un picco incredibile al nome di Belèn Lopèz… indimenticabile serata, indimenticabili emozioni, indimenticabile Barcellona!
“Essere flamenco è avere un’altra carne, un’altra anima, altre passioni, un’altra pelle, altri istinti, desideri; è avere un’altra visione del mondo, con il senso grande; il destino nella coscienza, la musica nei nervi, fierezza indipendente, allegria con lacrime; è il dolore, la vita e l’amore che incupiscono. Essere flamenchi è odiare la routine e il metodo che castra; immergersi nel canto, nel vino e nei baci; trasformare la vita in un’arte sottile, capricciosa e libera; senza accettare le catene della mediocrità; giocarsi tutto in una scommessa; assaporarsi, darsi, sentirsi, vivere!” (Tomas Borras)
Manuela Lamanu Manzotti