Tanzania – Parco Nazionale del Serengeti
Come vi avevamo promesso nella prima parte del racconto sul nostro safari in Tanzania le meraviglie non erano finite…
Ci sono ancora molte cose che vorremmo farvi scoprire, ma procediamo con ordine…
Sempre a bordo della jeep 4×4 e sempre accompagnati dalla nostra preziosa guida David, oltre al Lake Manyara National Park abbiamo esplorato i Parchi del Serengeti, del Tarangire e la riserva naturale che ospita il cratere di Ngorongoro, oltre al sito archeologico della Gola di Olduvai: il sito archeologico più importante di tutto il Continente africano, che ha restituito numerosissimi resti di scheletri umani divenendo un punto di riferimento imprescindibile nello studio dell’evoluzione umana.
Serengeti National Park, una pianura sconfinata
Con i suoi 14 mila chilometri quadrati di estensione, rappresenta una delle principali attrazioni della Tanzania, e la più rilevante di un organismo di quattro aree naturali protette detto “Northern Safari Circuit“, che comprende anche il Parco Nazionale del lago Manyara, il Parco Nazionale del Tarangire, il Parco Nazionale di Arusha e la riserva naturale di Ngorongoro.
Ospita una quantità davvero impressionante di animali e i numeri la dicono tutta: quasi 8000 esemplari di carnivori (leoni, leopardi, licaoni, lupi e iene), quasi 3 milioni di erbivori (gnu, zebre, gazzelle, bufali, antilopi, impala) oltre a fitti branchi di elefanti, giraffe e ippopotami.
Il Serengeti Migration Camp è la nostra base, una combinazione tra lodge e campo tendato: il confort è quello di un lodge vero e proprio, ma il suo impatto ambientale è ridotto al minimo… un casto lusso nel cuore della natura africana, immerso nella boscaglia circostante e con vista sul fiume Grumeti dove, avventurandosi su un ponte corda, è possibile ammirare ippopotami rintanati sotto il pelo dell’acqua melmosa ed esemplari dalle dimensioni veramente notevoli di coccodrilli.
Come indica il nome del campo, questo è il posto per osservare le migrazioni di milioni di animali (da dicembre a maggio nella zona meridionale del parco e da giugno e luglio nella zona occidentale).
Le escursioni cominciano prestissimo, la sveglia suona sempre all’alba; scortati da David abbiamo ammirato scene che resteranno per sempre impresse nella memoria: giovani leoni che giocano, branchi di gnu e zebre abbeverarsi al fiume, una tenera leonessa che lecca e coccola i suoi cuccioli all’ombra di un’acacia e mentre sente la nostra jeep avvicinarsi spalanca gli occhi per scrutare il nostro passaggio… un sguardo profondo, intenso, due occhi dorati che raccontano tutto il sapore dell’Africa.
L’esperienza più bella della nostra permanenza in Tanzania resta il Balloon Safari (safari in mongolfiera); l’unico parco dove è consentita questa attività è il Serengeti.
Partiamo all’alba, un momento magico durante il quale i suoni della notte africana hanno appena lasciato il posto ai primi raggi del sole, la brezza è ancora fresca ed è possibile godere appieno del seducente risveglio della savana.
È possibile osservare da un prospettiva che mai avevamo sperimentato mandrie di animali, senza che loro sentano la nostra presenza.
La mongolfiera è spinta dal vento al di sopra di estese pianure, nella tranquillità della savana.
Restiamo in silenzio per tutta la durata del safari, affascinati dal romanticismo e dall’intensità di una visone unica della Tanzania… la sensazione è quella di galleggiare sulla savana.
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Per approfondire…guide turistiche, libri e film
Tanzania (Guide EDT/Lonely Planet)
STORIE AFRICANE. VIAGGIO IN TANZANIA, di Andrea Berrini, EDT Collana Orme
Andrea Berrini, scrittore, imprenditore e giornalista freelance, grande conoscitore dell’Africa Occidentale, nelle pagine di questo libro racconta di due viaggi intrapresi rispettivamente nel 1982 e nel 2001.
Il risultato è un intenso reportage sulla Tanzania, i suoi villaggi, la sua gente e le sue meraviglie naturali.
Un film di Sydney Pollack, con Meryl Streep, Robert Redford, Klaus Maria Brandauer, Michael Kitchen, Malick Bowens.
USA 1985