Il mio pensatoio è una poltrona di stile classico di colore nero: gambe incrociate e schiena diritta, ci faccio tentativi di meditazione; da qui vedo il mondo in infinite prospettive e visito località di cui è legittimo dubitare l’esistenza. Niente viaggi a occhi chiusi, però, che rischiano sempre di scadere in fughe, bensì ispirazioni per un viaggio oltre ogni aspettativa.
Punto primo, ad agosto si torna (prima tappa lo scorso Febbraio) in Islanda e questo doppio viaggio nell’arco dell’anno dopo un lungo periodo di stanzialità forzata è già oltre ogni aspettativa; punto secondo, il nettare viaggiatorio ha la caratteristica di essere una risorsa inesauribile e non solo in teoria- come si è scoperto essere l’acqua, ma anche in pratica e anche più del vento (magari un giorno ci sarà una cappa mondiale, ma il mondo ancora ci sarà e quindi, almeno in potenza, sarà visitabile) e per un essere con data di scadenza questo va oltre l’aspettativa, almeno quella della sua vita; punto terzo, l’Isola te la fa sempre anche se tu te l’aspetti, quindi tanto vale mettersi a guardare senza spendere tempo ad aspettare.
Che il viaggio inizi prima della partenza o che sia io a staccarmi dal qui ed ora in cui si rischia di spiaggiarsi con largo anticipo sulla data del volo, non mi è dato sapere. Diciamo che il viaggio comincia ogni volta che mi sento in movimento verso un altrove e che l’altrove è in realtà solo il pretesto per mettersi sulla strada (apparentemente una qualsiasi, ma c’è sempre un qualcosa che fa propendere per una rotta piuttosto che per un’altra). Che poi, a volerla dire tutta e con tanto di rischio di s-cadere in luoghi comuni, sulla strada siamo sempre, anche se molto spesso ricorda una tangenziale in coda o la piazzola di sosta fronte discarica abusiva.
Ma dicevo che sono in partenza o, meglio ancora, che sono partita e non per una vacanza riprendi fiato, ma per un viaggio che è doppio o forse triplo (l’autentico all inclusive ndr.): parto da qui per posare i miei piedi in un luogo geograficamente diverso; parto dalla me stessa che sono qui e ora per raggiungere (o diventare?) qualcuno che ancora non conosco; lascio la riva delle certezze (apparenti) e vado a navigare il mare delle possibilità.
Laura Alice&ilGatto Antoniolli